Il Muro d’Ascolto di S.Placido (Messina)

Cos’è un Muro d’Ascolto

Il Muro d’ascolto di S.Placido Calonerò è un manufatto militare risalente agli inizi della II G.M. destinato alla captazione acustica delle onde sonore causate dagli aerei nemici, in pratica una specie di grande orecchio in grado di rilevare l’avvicinarsi degli aerei a distanze di qualche decina di chilometri. Questo muro consistente in 3 settori di 120 gradi ciascuno aveva un profilo esterno a forma di parabola, una particolare lisciatura della superficie parabolica garantiva la massima riflessione delle onde sonore verso il fuoco della parabola localizzato in una fossa profonda circa 1,60 mt dove si posizionava l’operatore di turno.  Appena identificata la direzione di provenienza del nemico egli dava l’allarme alla centrale aerofonica allertando così tutto il sistema della Difesa Antiaerea noto prima come DICAT  e  poi durante la guerra come MACA. Ciò che rende unico il Muro d’ascolto di S.Placido non è soltanto la sua esistenza, da quanto si sa è l’unico in Italia, ma il fatto di essere inserito in un sito destinato all’addestramento dei militi della DICAT comprendente altri manufatti peculiari come due tane d’ascolto ed una grande vasca in cemento destinata ad ospitare  un aerofono OG 41. Nel sito sono presenti anche delle piazzole di cemento che forse ospitavano alcuni cannoni antiaerei ed una specie di podio centrale con scalette probabilmente usato per i Direttore Didattico o la centrale aerofonica.

Il sito di S.Placido

Il sito sorge nei terreni di proprietà dell’Istituto Agrario “G.Minutoli” pertanto dopo aver ottenuto un permesso speciale dal Dirigente scolastico prof. La Tona, il giorno 20 novembre 2017, una task force di 8 persone in cui erano rappresentate tutte le competenze necessarie, da quella storica, a quella ingegneristica/edile e persino geologica, ha pacificamente invaso i terreni dell’Istituto per una prima ricognizione tecnica anche mediante l’ausilio di un drone che ha mappato digitalmente il sito. L’ispezione visiva del manufatto ha rivelato particolari inediti della sua costruzione come  l’impiego di mattoni di calcestruzzo invece dei soliti conci ed abbondanti tracce delle verniciatura mimetica originaria.  Il Muro d’ascolto misura 19,64 mt di diametro e 61,66 di circonferenza con altezza circa 2,30 mt. Esso è assolutamente identico come dimensioni e struttura all’altro unico muro parabolico esistente nell’isola di Leros. La tecnica di captazione acustica mediante dispositivi d’ascolto fu sviluppata già durante la I G.M. questi apparati chiamati aerofoni consentivano di identificare  con una certa approssimazione la direzione di provenienza e la quota  degli aerei nemici. L’allarme dato con un certo margine di tempo consentiva un più efficace contrasto dell’offesa aerea nemica da parte dell’artiglieria antiaerea. Con una serie di provvedimenti a partire dalla metà degli anni 20 lo Stato Maggiore dell’Esercito riorganizzava la difesa antiaerea dando quindi un impulso allo studio di mezzi e tecniche di difesa antieaerea. Vennero sperimentati aerofoni di produzione estera ma i britannici furono  i primi a progettare strutture fisse di tipo murario.

Ma sopratutto intorno alla metà degli anni 30 con un assetto più strutturato della DICAT si puntò decisamente verso l’uso delle tecniche acustiche in assenza di qualsiasi tecnica alternativa conosciuta in Italia. Pertanto mentre in Inghilterra la costruzione di Muri d’Ascolto e riflettori parabolici acustici in prossimità delle coste sulla Manica veniva abbandonata in favore del radar, in Italia si continuò a studiare e sviluppare sia l’aerofono che il muro d’ascolto – tane d’ascolto.  In particolare fu sviluppato il muro d’ascolto parabolico sia lineare a un settore che circolare a tre settori.  Fu costruito un muro parabolico ad Anzio presso la Scuola Contraerei, le  esperienze condotte presso questa scuola e gli esperimenti fatti dal Genio della Marina a La Spezia diedero origine ad una progettazione standardizzata sia del Muro d’Ascolto sia delle postazioni per aerofoni delle dimensioni già citate. In particolare la collocazione dei Muri d’Ascolto sui promontori costieri interessava la Marina e non a caso i muri d’ascolto sopravvissuti si trovano a S.Placido e Leros mentre quelli non più esistenti erano collocati ad Anzio, Gaeta e Torre Faro (Messina) presso la batteria MS620. Nell’ottobre del 1942 secondo una relazione della DICAT di Gaeta essi avrebbero potuto udire, dal muro d’ascolto lì costruito, le formazioni dei bombardieri alleati che bombardavano Napoli. Tenendo presente che Napoli è a circa 40 km in linea d’aria non sembra affatto un risultato disprezzabile considerando che i primi radar avevano una portata di circa 70 km. Questo know-how in cui l’Italia eccelleva proprio a causa dell’ignoranza di altre tecnologie, fu col progredire della guerra abbandonato definitivamente nel 1942 in Italia quando apparvero i primi radar di costruzione tedesca ma sopravvisse ancora sino addirittura al novembre del 1943 quando l’ultima isola italiana del Dodecaneso, appunto Leros, fu espugnata dai tedeschi.

Nel futuro un progetto di restauro

Oggi manufatti come il Muro d’Ascolto, le tane d’ascolto e la postazione aerofonica di S.Placido sono veri e propri “gioelli” di archeologia militare ma a differenza dei tanti bunker di cemento sparsi in Italia, molto più  fragili e bisognosi di restauro e tutela. Fortunatamente il Muro d’Ascolto di S.Placido a differenza degli altri distrutti dalla speculazione edilizia è ancora in piedi e sorge nella proprietà statale di una scuola d’eccellenza come l’Istituto Agrario G.Minutoli, i cui dirigenti e docenti, orgogliosi di  insegnare in un edificio storico ex Monastero Benedettino del XIII.o sec., non hanno alcuna intenzione di vedere questo sito così unico andare in malora ed anzi pensano già a come restaurarlo e valorizzarlo.

Roma 29 novembre 2017

COPYRIGHT Luciano Alberghini Maltoni – Vincenzo Caruso  CREDITI Pietro La Tona dirigente Ist. Cuppari

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